Gasangriff auf San Michele. 29 giugno 1916
Gasangriff auf San Michele. 29 giugno 1916: Gino Betti era un pisano di 25 anni. Robusto, intelligente, amava leggere e suonare il pianoforte. Donato e Pasquale D'Onofrio erano due fratelli di Molinara, un piccolo borgo in provincia di Benevento. Fratelli erano anche Onofrio e Salvatore Como, di Castellammare del Golfo; Ugo ed Ernesto Rossi di Roma; il capitano Ettore e il sottotenente Enrico Orefice. Tutti, come migliaia di altri, ebbero la sfortuna di trovarsi il giorno sbagliato nel luogo sbagliato, il 29 giugno 1916 sul monte San Michele. Il possesso del S. Michele era indispensabile per proteggere il "Doberdò Plateau". L'impiego dei gas era stato proposto già dall'autunno precedente. Nella notte sul 29 arrivò l'ordine di aprire le bombole installate in apposite nicchie. La sorpresa fu totale. Pochi fecero in tempo a indossare la maschera, molti perirono in pochi istanti, i più abbandonarono le armi e fuggirono. Poi il nemico sferrò l'attacco, ma la reazione italiana fu inattesa. I superstiti aprirono il fuoco, prontamente accorsero i rincalzi. Alle 7 la situazione era stata ristabilita, alle 13 tutte le trincee abbandonate erano state rioccupate. Quanti furono i morti? L'autore ha recuperato i nomi di 3.257 caduti riportati in allegato al racconto degli avvenimenti e dei molteplici episodi di valore che trasformarono il proditorio "Gasangriff" in una giornata di gloria imperitura per l'esercito italiano.
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