La macchina che pensava di essere Gabriele d'Annunzio
Parlare di Gabriele d'Annunzio è impresa coraggiosa, ma voler scrivere come lui è ambizione sfacciata e per certi versi anacronistica. Cosa ci rimane della sua opera? Parole certo immortali, che sembrano tuttavia essere superate da ciò per cui innegabilmente viene ricordato dai più: l'arte di vivere. Oggi potremmo definire d'Annunzio un inarrivabile fenomeno social. Questo libro nasce da un'idea ardita: a ottant'anni dalla scomparsa del Vate, si propone di divulgare una raccolta di inediti dannunziani. Apocrifi? Certamente, ma tutti nati dalla sua eredità letteraria. Brani originali, scritti da un'intelligenza artificiale, cui l'autore ha fatto leggere i sette romanzi di d'Annunzio. Dopo quattro giorni di lettura ininterrotta della prosa dannunziana, questa entità sovrumana ha prodotto alcune decine di brevi inediti da cui emergono la musicalità e le immagini icastiche di un d'Annunzio redivivo. Ed ecco che l'Immaginifico torna a far parlare di sé, mentre l'autore ci fa riflettere sul futuro dell'umanità, coinvolta in una inevitabile simbiosi con le macchine e probabilmente diretta verso la prossima sorprendente scoperta: la loro capacità di pensare!
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