Bergoglìade
Il testo, un piccolo poema satirico in quartine a rima alternata, descrive lo stato di sconforto del popolo cattolico alla fine degli anni dieci del ventunesimo secolo, quando una ristretta minoranza di fedeli dovette iniziare a organizzarsi in una vera e propria "resistenza", culturalmente armata, contro la dissoluzione della società e la tentata rottamazione della vera fede. Una cancrena assecondata proprio da quei pastori che avrebbero dovuto fornire le armi spirituali per contrastarla, ma che avendo perso la fede persero anche la carità, e soprattutto la ragione. Vengono perciò denunciati e messi alla berlina i vari teologoni progressisti, i santoni ecumenici, i pastori dialoganti, i razionalisti senza raziocinio, i laicisti diventati troppo clericali, i chierici convertiti al laicismo, i politici sedicenti cattolici, eccetera.
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