Il simbolo. Officinae

Il simbolo. Officinae

Se l'uomo si aggirasse nella realtà come in un bosco intricato, potendo servirsi, per orientarsi, solo degli sguardi che può scambiare con i simboli che lo osservano, provate a pensare quale insondabile intrico di formule sarebbero tutte le costruzioni che il poveretto potrebbe fare! Non c'è manifestazione umana che non sia permeata di simboli. Ogni scienza esatta o inesatta, ogni pensiero espresso, ogni testimonianza che l'uomo lascia di sé, ogni idea che voglia comunicare hanno un impianto simbolico capace di far scattare una sorta di cortocircuito fra chi osserva il simbolo e la realtà o il concetto a cui rinvia. Non esistono mediazioni fra l'uomo e il simbolo, il colloquio è diretto. Questo però rende impossibile l'univocità di interpretazione, nessuna immagine simbolica potrà mai completamente essere intesa allo stesso modo da due persone diverse, nessun albero della foresta guarderà mai con la stessa espressione due diversi passanti. Non sarebbe allora il caso di tentare l'impresa, peraltro praticamente impossibile, di eliminare i simboli? L'abbattimento di una foresta simbolica non avrebbe alcuna conseguenza sul surriscaldamento della terra e, una volta trasformata l'Amazzonia in Sahara, l'uomo avrebbe una visuale totalmente libera. Ma per guardare cosa?
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