Ramarro (Il)
Se la ribellione è una rottura che coincide, nel nostro immaginario occidentale, con un gesto amplificato e spesso dirompente, Michele, figlio della buona borghesia romana e protagonista del romanzo, sceglie la sospensione, il silenzio, la parcellizzazione del gesto per attuare la sua personale rivoluzione. E allora il rito diventa estremo, sacro e teatrale attraverso metafore che esprimono l'incalzare dell'attesa che precede ogni cambiamento. La scoperta della propria omosessualità non sarà mai esibita, ma si rivelerà come una naturale possibilità intrinseca all'etica dell'essere e all'estetica dell'amore... se "siamo tutti case vuote e aspettiamo che qualcuno apra la porta e ci renda liberi", la casa qui sarà la pelle stessa di Michele, che compirà la sua personale muta quasi fosse un sauro: il ramarro.
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