Scritti psicoanalitici
Giorgio Sacerdoti, del quale viene qui pubblicata una scelta di scritti, è stato contemporaneamente uno psicoanalista rappresentativo della "generazione di mezzo" degli analisti italiani e uno psicoanalista creativo e appartato, la cui posizione relativamente marginale rispetto al mondo psico¬analitico italiano merita di essere indagata per le implicazioni teoriche e storiche che ebbe. Una collocazione tra due poli che la selezione di articoli qui presentati vorrebbe aiutare a rileggere, non soltanto per illustrare un aspetto dello sviluppo della psicoanalisi (in generale e italiana in particolare) ma anche per aiutare ad individuare la singolarità e l'originalità del tragitto culturale e scientifico di un uomo. All'oscillazione tra poli (realtà psichica/realtà materiale, passato/presente, conscio/inconscio, pulsione/relazione, trauma reale/trauma psichico, psicopatologico/delinquenziale, pensiero clinico/pensiero teorico e così via) Sacerdoti teneva moltissimo perché gli sembrava un antidoto del pensiero di fronte al rischio continuo di caduta nel dogmatismo o nell'irrigidimento teorici, i quali a loro volta rappresentavano ai suoi occhi dei modi regressivi e inadeguati di raffigurare la realtà umana, che è sempre più complicata di quel che riusciamo a pensare. Pensare a situazioni in movimento, raffigurarsi la realtà psichica in continua evoluzione, ricono¬scere la realtà metaforica dei costrutti teorici, evitare di trovare meccanismi passe-par-tout che inevitabilmente, proprio perché spiegano tutto, manifestano la miseria della concezione dell'uomo che li sottende, erano preoccupazioni costanti del pensiero di Sacerdoti. Collegare e distinguere. Esperire e conoscere. Chi leggerà questi scritti vedrà come queste polarità siano costantemente presenti.
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