Architettura dei computer. Un approccio quantitativo
Molti degli avanzamenti della tecnologia dei calcolatori sono stati guidati dall'evoluzione dell'hardware, si sono affermate le cache di secondo e di terzo livello e, più in generale, la struttura gerarchica del sottosistema di memoria, in risposta al continuo aumento della velocità di elaborazione. L'architettura ha sposato il paradigma del parallelismo a livello di istruzione, grazie all'adozione generalizzata delle pipeline; si sono affermati universalmente i multiprocessori a bus condiviso, come alternativa all'uso di più processori singoli, parallelamente ad un vistoso declino nell'uso dei processori vettoriali; la tecnologia dei dischi in parallelo, nota come array ridondante di dischi economici (RAID), è diventata comune, e quindi richiede una trattazione assai approfondita; e infine, si è assistito al prevalere delle reti, per dare origine a interconnessioni di computer affidabili e di elevate prestazioni.Il libro riflette tutti questi cambiamenti sul fronte dell'hardware, ma adotta una nuova impostazione nell'esposizione: non utilizza più, come unico riferimento, una sola architettura, presupposta adatta a tutte le dimensioni e classi di problemi, bensì illustra e confronta criticamente vari microprocessori, come l'Alpha, il MIPS, lo SPARC, il PowerPC e il PA-RISC, che possono essere usati per creare sistemi adatti ad applicazioni di natura e dimensione assai diverse. Scompaiono il VAX e l'IBM 360, che sono stati il paradigma, rispettivamente, dei minicomputer e dei mainframe; fa il suo ingresso la famiglia 80x86 dell'Intel, cioè l'architettura dei personal computer, con un'intera appendice; in fondo, quest'architettura è diventata il riferimento con cui misurarsi, sia nel settore dei personal computer, sia in quello delle workstation e persino in quello dei multiprocessori e delle reti.
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