La riforma del mercato del lavoro
Il 31 luglio 2003 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il D.Lgs. 10 settembre 2003, n.276, attuativo della L. 14 febbraio 2003, n.30, meglio conosciuta come riforma Biagi , che rappresenta per il mercato del lavoro italiano una novità di portata storica. Ispirandosi alle indicazioni delineate a livello comunitario nell'ambito della cosiddetta "Strategia Europea per la occupazione", si è inteso modernizzare , "europeizzandolo", un mercato del lavoro divenuto ormai obsoleto per uno Stato, come quello italiano, che intende essere protagonista in Europa. Con una particolare attenzione alle esigenze di flessibilità espresse da tempo dalle imprese, il Governo italiano ha predisposto una riforma che intende funzionare da volano per le aree più sviluppate del paese, e soprattutto offrire, a quelle meno sviluppate, l'opportunità di una concreta svolta occupazionale con una politica di trasparenza del mercato del lavoro e con la modularità dei rapporti di lavoro. Il D.Lgs. 276/2003, da un lato, ha modificato alcune tipologie contrattuali, come ad esempio le collaborazioni coordinate e continuative ed i contratti di formazione e lavoro, dall'altro, ha introdotto nuove formule contrattuali chiare e definite come, ad esempio, il lavoro intermittente e lo staff leasing. Inoltre, le modifiche al rapporto di lavoro part-time ed all'associazione in partecipazione, la regolamentazione delle prestazioni occasionali e la completa ristrutturazione del contratto di apprendistato, fanno del D.Lgs. 276/2003 una normativa innovativa e speriamo foriera di maggiore occupazione qualificata. È chiaro che fino a quando tale provvedimento non entrerà a regime potranno verificarsi non pochi scompensi, che si spera vengano subito superati per giungere in breve a significativi