Nuovo ordinamento regionale
Negli ultimi anni l'esperienza del regionalismo italiano è stata segnata da significativi mutamenti istituzionali, sia attraverso interventi di legislazione ordinaria sia mediante novellazioni di rango costituzionale; tali novità hanno inciso profondamente sul delicato assetto delle relazioni fra Stato e Regioni, valorizzando il ruolo di programmazione di queste ultime e ridimensionando i compiti di più stretta gestione delle funzioni amministrative. Le principali novità del mutato quadro ordinamentale regionale sono: l'esteso decentramento delle funzioni amministrative, nel rispetto del principio di sussidiarietà, introdotto dalle leggi Bassanini e attuato dalla decretazione delegata (in primis il d. lgs. 112/1198); l'introduzione con la L. cost. 1/1999 dell'elezione diretta del Presidente della Regione e il potenziamento dell'autonomia statutaria regionale con conseguente recupero del ruolo istituzionale delle Regioni, in un sistema politico notoriamente soffocato dalle logiche funzionali della mediazione partitocratica; la riforma del Titolo V della Costituzione con la L. cost. 3/2001 (successivamente attuata dalla l. 131/2003, cd. legge La Loggia) che ha fornito una copertura costituzionale alle novità introdotte con la legislazione ordinaria negli anni precedenti. Tali mutamenti hanno delineato un nuovo assetto istituzionale e dei compiti delle Regioni dai contorni incerti, ai quali la Corte costituzionale, nel dirimere i numerosi conflitti di attribuzione insorti all'indomani della riforma, ha tentato di dare "un minimo di veste sistematica".Tenendo conto di tali cambiamenti e, soprattutto, facendo nostre le istanze didattiche del nuovo ordinamento universitario, questo manuale riserva ampio spazio al "diritto vivente", come dimostrano i numerosi stralci delle sentenze più significative riportate a completamento dell'esposizione della materia.
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