Codice Penale + Appendice di aggiornamento - Annotato con la Giurisprudenza. Aggiornato alla L. 15-7-2009, n. 94 (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica
È da tempo tramontata l'idea che il corpo normativo e, più in generale il diritto, possa essere inteso come una scienza in grado di spiegare tutta la varietà dei comportamenti umani: il nascere di una produzione normativa variegata e frammentaria, frutto da un lato della complessità del reale e dall'altro della eterogeneità politico-culturale dei soggetti che l'hanno prodotta hanno fatto venir meno il mito della certezza del diritto, accentuando l'esigenza che la giurisdizione fornisca al cittadino un servizio che abbia i caratteri della complessità, della velocità e della efficienza. Il bisogno di un testo costantemente aggiornato nasce dall'esigenza, tanto più sentita in materia di diritto penale sostanziale, di verificare l'opera di interpretazione e di adeguamento di norme che, quanto al corpo del codice, risentono di un impianto antico risalente al 1931, pensate per una società ed un sistema di governo, nonché per un concetto di Stato ben diverso da quello attuale. E quest'opera viene incessantemente condotta dalla giurisprudenza di legittimità e di merito, alla quale vengono proposte questioni sempre nuove e diverse come sempre nuovo e diverso è il divenire dei rapporti umani e sociali. Il Giudice dunque non è più, o meglio non lo è mai stato, la bocca della legge, ma, per usare una espressione di Norberto Bobbio, un suo più o meno cosciente manipolatore, il cui compito specifico è di colmare lo scarto, costantemente riaperto dal movimento della società, ripristinando il precario equilibrio tra l'orizzonte normativo della legalità e quello della realtà del caso concreto portato al suo esame. In questo quadro generale la norma penale è divenuta sempre più strumento di regolamentazione e governo del conflitto, finendo col perdere spesso quei caratteri di generalità e astrattezza che l'hanno caratterizzata in passato. Dunque una produzione normativa caotica ed indifferenziata, frutto di diverse esigenze sociali, non sempre fra loro coerenti. Le piu recenti riforme hanno tutte un segno marcatamente securitario, accentuando quella diseguaglianza sociale (e razziale) che spinge verso la anomia sociale e quindi nell'illegalità, strati sempre più vasti della popolazione residente. Nuovi e vecchi reati (ad es. l'oltraggio) sono l'evidente frutto di un'emergenza sociale ed economica prima ancora che criminale e rispondono ad un bisogno di rassicurazione, giustamente definito come "illusione repressiva" (L. 15-7-2009, n. 94). D'altra parte i poteri criminali sempre più forti hanno imposto una revisione normativa che spinga sempre di più verso il contrasto ai patrimoni illeciti e ad affinare gli strumenti investigativi (vedi ad esempio l'adesione dell'Italia al Trattato di Prüm relativo all'istituzione di una banca dati nazionale del DNA, L. 30-6-2009, n. 85), adeguando la nostra legislazione a quella degli altri paesi europei anche su temi fondamentali quali la tutela dell'ambiente e il corretto sfruttamento delle fonti energetiche (L. 23-7-2009, n. 99). Di qui la necessità di pubblicare, come ogni anno, la presente opera per fornire un quadro aggiornato della legislazione penale codicistica e della sua interpretazione giurisprudenziale. Il codice, come di consueto, si avvale di un ampio corredo di note e indici per consentire l'immediato reperimento della norma e della massima applicabile al caso concreto. Come nelle precedenti edizioni, infine, in calce ad ogni reato sono stati indicati gli istituti processuali applicabili.
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