Il grande Medio Oriente. Il nuovo arco dell'instabilità
A un anno di distanza dall'apertura di quella che gli Stati Uniti hanno battezzato "guerra globale contro il terrorismo", non è difficile constatare che la globalità di questa nuova guerra ha un teatro più importante degli altri, proprio come ne aveva uno la competizione tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Senonchè questo teatro, che nella Guerra Fredda era ancora l'Europa, si è ormai spostato in una fascia che dal Golfo Persico e dal Mediterraneo orientale tende a estendersi al Caucaso e al Caspio fino a Ovest della Cina. E' qui che si è concentrata la risposta degli Stati Uniti e dei loro alleati. Ed è ancora qui che si sono andate addensando reti sempre più fitte di interdipendenza politica, economica e strategica, che hanno esteso a tutta la zona il tradizionale gioco e l'instabilità del Medio Oriente. Il volume si propone di analizzare la trasformazione geopolitica di questa regione che, sbalzata definitivamente fuori dalla cornice bipolare e liberata dalla presenza dell'Unione Sovietica nel Caucaso e in Asia centrale, ha perso i propri contorni, attraendo Paesi che, come la Turchia, avevano scelto di restare ai suoi margini riannodando i rapporti con il Caucaso e l'Asia centrale e rimettendo in questione l'intera geopolitica della costa meridionale dell'Eurasia.
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