L'economia di ChatGPT. Tra false paure e veri rischi
L’enorme clamore mediatico suscitato dal lancio di ChatGPT e proseguito con il rilascio di altri prodotti in grado di generare in pochi secondi testi, immagini, video e codici ha riportato l’intelligenza artificiale al centro del discorso dopo un periodo di appannamento. Quando qualcuno già parlava di nuovo inverno dell’IA, dopo le promesse non mantenute dello scorso decennio, ecco arrivare sui nostri dispositivi l’IA generativa con soluzioni che a volte farneticano e spesso dicono banalità, ma che certo rispondono a un mix di sofisticazione contenutistica e stilistica, velocità di esecuzione e facilità d’uso senza precedenti nella storia umana. Il libro narra questa rivoluzione e le sue possibili implicazioni economiche nei prossimi anni e decenni. Con benefici che potrebbero essere enormi se sapremo evitare alcuni errori, il primo dei quali è temere che in prospettiva le macchine diventino come gli esseri umani oppure all’opposto deificarle, elevandole su un piedistallo per noi irraggiungibile. In entrambi i casi rinunceremmo all’unica visione corretta, quella di un’IA al servizio della specie umana perché in grado di farsi complementare a essa anziché sostituirla. Per questo, lasciando da parte la fantascienza, occorre concentrarsi sui veri rischi di oggi, dalla potenziale perdita di posti di lavoro alle violazioni della privacy, dai pericoli per la democrazia alle possibilità di inganno enormemente raffinate e senza limiti di scala ai danni di Stati, imprese e ignari cittadini. Senza dimenticare le sfide alla proprietà intellettuale come l’abbiamo conosciuta finora. Con la speranza che l’Europa e l’Italia ambiscano a giocare un ruolo, puntando sugli investimenti e non solo sulle regole.