Resilience. Sette principi per una gestione aziendale sana e prudente
Gli indicatori di performance più comunemente utilizzati dalle imprese misurano l'andamento su un arco temporale che raggiunge al massimo un anno, ma sempre più spesso si arresta sulla soglia del semestre quando non del trimestre. Se a ciò si aggiunge il sempre più veloce turnover del top management, risulta che poche aziende elaborano strategie di lungo termine e molte restano concentrate su tattiche a tre mesi. Alla luce di questi fenomeni, appare necessario per le imprese (se non urgente) acquisire l'abilità, chiamata resilience, di adattarsi, resistere e risollevarsi dagli shock esterni. Sono molte le aree in cui un manager si trova oggi a dover prendere decisioni: capire quanto internazionalizzare e in quali mercati, su quali business investire, se propendere per un'intensa diversificazione delle attività o focalizzarsi su business specifici, quale immagine trasmettere ai consumatori, come incentivare i dipendenti. Sapere come porsi di fronte a questi trade-off può garantire la sopravvivenza oltre la crisi, la possibilità cioè di essere resilienti. Per affrontare tali sfide al meglio, il libro individua sette driver concreti, analizzabili attraverso schede di self-assessment, e offre un indicatore per misurare la resilience, basato sulla relazione tra ritorno sugli investimenti a lungo termine ed esposizione al rischio (un tool consente di calcolare la misura).
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