Business exit planning. Pianificare e gestire con successo il ritiro dall'attività imprenditoriale
Sir Edmund Hillary forse non è stato il primo a raggiungere la cima dell'Everest, ma di certo è stato il primo a scenderne vivo. Scalare una montagna, se si è preparati, è meno rischioso che discenderne, quando è più facile scivolare e cadere: per questo, mentre si predispone all'ascesa, un bravo alpinista pianifica anche la discesa (e si tiene pronto a rientrare prima del previsto, in caso di cattivo tempo), per allenarsi poi alla scalata successiva. La maggior parte degli imprenditori esita di fronte alla decisione di ritirarsi dall'attività, teme sempre che non sia il momento giusto o non si sente emotivamente preparata a lasciare. Esitare è normale, ma rimandare è pericoloso: il momento migliore per pianificare l'uscita di scena è quando essa non è ancora necessaria. Di solito, inoltre, gli imprenditori considerano la gestione dell'azienda e la cessazione dell'attività come eventi distinti, senza rendersi conto che sono invece inestricabilmente legati: l'uscita dovrebbe costituire parte integrante, se non il culmine, del processo di costruzione dell'impresa. Un valido aiuto nel pianificarla è fornito dal Business Exit Planning, vero e proprio corpus di conoscenze che trova in questo libro una chiara sistematizzazione. Esistono possibilità diverse: per chi vuole cedere la propria quota di capitale ma conservare un ruolo attivo in azienda; per chi vuole smettere di lavorare ma mantenere l'investimento finanziario; per chi vuole tagliare completamente i ponti.
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