Giochi d'azzardo. Strategie ed errori: la lezione Enron
Molto si è scritto sullo scandalo Enron e non poteva essere altrimenti visto il rilievo mondiale dell'azienda e la sua localizzazione nel paese considerato un modello di riferimento nel funzionamento dei mercati e all'avanguardia nella conduzione di imprese grandi e complesse. Tra i molti interrogativi che il caso ha suscitato uno sembra essere stato completamente sottovalutato: Enron poggiava la sua esistenza su una strategia di successo, si fondava su un 'business model' in grado di produrre rilevante valore economico? Il libro scandaglia proprio questo tema, facendo luce non solo sugli imbrogli architettati dai manager, con la complicità di quelli che dovevano controllarli, ma sui fondamenti che reggevano l'azienda. Gli autori giungono alla conclusione che l'azienda non aveva attuato una vera strategia di successo e che molte delle pur geniali intuizioni non rappresentavano reali innovazioni in grado di assicurare un extra reddito e la difendibilità dai concorrenti. Essi documentano il fallimento, accompagnando il lettore nell'individuazione delle varie tappe, spiegando le ragioni delle scelte strategiche effettuate e fornendo i risultati conseguiti fino al momento del definitivo crollo. La prima parte del libro offre uno spaccato della storia aziendale incentrato sul rapporto azienda-contesto competitivo, approfondendo soprattutto il legame tra deregolamentazione dei mercati e mosse e contromosse strategiche dell'impresa per cogliere le potenzialità liberate. La seconda parte, dopo una serie di ritratti dei manager protagonisti, esamina i risultati reddituali e patrimoniali conseguiti, dando così conferma alla tesi che, seppure generatrice di tante geniali intuizioni per catturare il mercato, l'azienda non aveva una strategia di successo. Con un intervento di Guido Rossi.
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