Tanto amore per Glenda
Nei dieci racconti di Tanto amore per Glenda ritroviamo temi e strutture che hanno reso celebre Julio Cortázar, e che si configurano di volta in volta come indagine, scavo, svelamento delle pieghe oscure dell'essere e della realtà quotidiana.«Un narratore unico» – TimePochi scrittori contemporanei possiedono la capacità di mantenere in miracoloso equilibrio immaginazione fantastica e rigore costruttivo, qualità che da sempre caratterizza le storie di Cortázar. Nei dieci racconti di Tanto amore per Glenda ricompaiono temi e strutture che lo hanno reso celebre, e che si configurano di volta in volta come indagine, scavo, svelamento delle pieghe oscure dell'essere e della realtà quotidiana. Così, in Orientamento dei gatti, con la complicità di un quadro una donna passa «attraverso lo specchio» e accede a un'altra dimensione, apparentemente impenetrabile. In Nastro di Moebius è prospettata la possibilità di comunicazione, in uno spazio astratto, fra i vivi e i morti. Un clima di angoscia e di minaccia attraversa altri racconti del libro, come Ritagli di stampa, dove, a Parigi, una donna assiste a una scena di tortura: il giorno dopo apprende dai quotidiani che si è svolta a Buenos Aires. In una sorta di «filosofia della composizione» che fa da appendice a Clone, Cortázar sembra scoprire le proprie carte fornendoci un metodo di lettura (oltre che di scrittura) alquanto rigido: ma non si tratta, a ben vedere, che di un espediente elusivo, poiché, come dichiara il narratore del Tango di ritorno, la ragione originaria e irrinunciabile di ogni racconto sta in quella «necessità barocca che spinge l'intelligenza a riempire tutti i vuoti fino a completare la sua perfetta tela di ragno».