Profezia e potere. Conversazioni con Houria Abdelouahed
Dopo Violenza e islam – che ha messo a fuoco il fallimento della Primavera araba, gli attentati terroristici e la nascita dell'Isis – Adonis prosegue il tentativo di elaborare una comprensione oggettiva dell'islam, che permetta di distinguere tra «chi legge il Corano per interesse personale e chi per avvicinarsi a Dio». Nell'islam ha sempre trionfato il potere politico. Fin dagli esordi della fondazione islamica, la società civile è sempre stata sotto il giogo del potere politico. Ancora oggi, quando si parla di cambiamento, non si tratta tanto di un cambiamento nella struttura sociale o politica, quanto di un avvicendamento delle persone che esercitano il potere. L'esegesi coranica e il corpo agiografico musulmano hanno reso la figura del profeta Maometto un riferimento assoluto per l'islam. Sulle bandiere dell'Isis si legge la frase «Dio è Messaggero di Maometto». Ma come può Dio diventare Messaggero del proprio profeta? È questa la domanda da cui riparte il dibattito tra Adonis e la psicoanalista Houria Abdelouahed, un confronto che mira a dimostrare come in questa religione la nozione stessa di profezia, con i suoi aspetti simbolici e i dogmi religiosi, sia utilizzata al fine di camuffare e sorreggere le strutture del potere. Per farlo Adonis svela come mistificazioni, omissioni e imposizioni abbiano permesso alle leggende di mescolarsi alla Storia fino a diventare realtà . Ed è quando Storia e leggenda divengono indistinguibili, sostiene, che si genera una violenza ai danni del pensiero, che fa da sfondo a quella fisica.
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