Il delitto Moro e la deriva della democrazia

Il delitto Moro e la deriva della democrazia

Il libro, costituito da alcuni saggi e studi recenti (2008-10), propone un'interpretazione della crisi politica del paese che vede l'origine della fase attuale nella sconfitta della politica di solidarietà democratica. L'omicidio di Aldo Moro (1978), l'uomo politico che con maggior lucidità aveva diagnosticato l'incipiente crisi di regime e stava lavorando a una ricomposizione degli equilibri politici, non segnò solo la fine della politica di solidarietà. Quell'episodio, anche per le sue modalità, interruppe il percorso del progetto democratico-costituzionale che era stato alla base della rinascita del paese, con la conseguenza di snaturare il senso della convivenza nazionale e costringere le istituzioni repubblicane a torsioni innaturali. Dopo il delitto Moro la politica italiana si è caratterizzata per una linea di divisione (che si è ripresentata in varie forme: il preambolo Dc nel 1980, il craxismo, il berlusconismo) che ha comportato l'esclusione "programmatica" di settori essenziali della società (sia masse, sia élite politiche) dall'esercizio del potere. Questa linea di divisione (che perdura ed e all'origine della crisi politica attuale) caratterizza, da oltre un trentennio, una fase di declino civile e politico del paese che la cultura e la politica democratiche non hanno ancora valutato in tutta la sua portata.
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Recensione del libro fornita da lottavo.it

Di Edmondo Montali

Il libro di Francesco Biscione “Il delitto Moro e la deriva della democrazia”, edito da Ediesse (2012), raccoglie alcuni studi e saggi che l’autore ha scritto tra il 2008 e il 2011.Tutti ruotano attorno a un problema di fondo: la crisi della democrazia italiana. Una crisi, etica, politica, economica e culturale, che arriva ai nostri giorni ma ...

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