Parlamenti
Paolo Volponi è stato un grande scrittore "di complemento": dirigente olivettiano e poi parlamentare, le sue pagine nascono come verifica della realtà del paese. Dall'esperienza industriale, com'è noto, ha tratto "Memoriale" (1962) e "Le mosche del capitale" (1989), romanzi tra i più rilevanti del secondo Novecento italiano. Eletto al Senato, nel 1983, i suoi discorsi parlamentari sono straordinari esempi di passione civile e di perizia argomentativa, nata dall'urgenza, "in situazione", di dotarsi di uno strumento di invenzione figurale. Mentre s'impegnava strenuamente contro i tagli alla scala mobile, il duopolio televisivo o la Guerra nel Golfo, scriveva, sulle stesse carte del Senato, appunti, poesie, intere sequenze di romanzi. Tra queste carte si trovano i materiali di un romanzo parlamentare-epistolare "su Palazzo Madama", concepito da Volponi in dialogo con il senatore del Pci Edoardo Perna. Il testo, inedito, a forte connotazione grottesca e parodica, è incentrato sulle misteriose apparizioni di un "Senatore Segreto" che, dalla monarchia in poi, ha sempre abitato come uno spettro le quinte del Parlamento, riuscendo a votare a favore dei trasformismi e delle maggioranze più vili e corrotte. Contro questa fissità, "segretezza" e "devozione", Volponi ci attesta come un'altra Italia sarebbe stata possibile se solo avessero trovato ascolto l'onestà culturale, i progetti e le tensioni ideali.
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