Trombettiere di Custer. E altre storie bizzarre di migranti italiani (Il)
Chi era Joe Gallo, il gangster spietato soprannominato ¿crazy¿, il pazzo, che amava Camus e Nietzsche? E il calabrese Mike Porco che lanciò il giovane Bob Dylan nel suo locale ¿Gerde¿s¿, nel cuore del Greenwich Village? E Filippo Gagliardi, «il pezzenticchio», o Giulio Massasso, il contadino astigiano che aveva diretto per più di un quarto di secolo le coltivazioni di banane e papaia nell'isola di Tonga, cuoco e consigliere del re «ciccione» Tu'ufu Ahan Tupou IV? O ancora l'anarchico Mario Buda/Mike Boda che la mattina del 16 settembre 1920, che le cronache raccontano «soleggiata», andò a parcheggiare il suo carretto esplosivo davanti al n. 23 di Wall Street? Sono alcuni dei personaggi curiosi, epicamente romanzeschi, che Angelo Mastrandrea ha strappato dall¿oblio e ritratto in questo libro intitolato al più bizzarro di loro, John Marcin, originario di Sala Consilina, arruolato nello squadrone H del VII Cavalleria, «il trombettiere di Custer», unico superstite dell'eroica disfatta di Little Big Horn. L'autore, giornalista e vice-direttore del quotidiano Il Manifesto, ricostruisce vite vere di emigranti italiani colte nei rispettivi contesti storici, e narrate con stile brillante e incisivo come fossero storie di finzione, rinnovando l'epopea del nostro sogno americano, la nostra scoperta della «Merica». Raccontate con il curioso periodare del memorialista, la brillante e avvolgente scrittura del narratore, il taglio sempre molto politico e rigoroso del ricercatore storico, sono storie indimenticabili, che affascinano e fanno riflettere, con personaggi leggendari di rara forza e umanità, partiti dall'Italia con la testa piena di sogni e di utopie, che Mastrandrea descrive sempre in modo molto intenso, partecipato, nel momento decisivo in cui le loro vite si elevano al rango della memorabilità.
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