Politica della scienza. Le sfide dell'epoca alla democrazia e alla ricerca
La priorità della ricerca scientifica è ormai un mantra del dibattito politico italiano. Questo libro ne indaga le ragioni a partire dalla doppia declinazione che respressione "Politica della scienza" porta con sé. Se la consideriamo un ambito ben delimitato, sicuro di sé, certo dei suoi esiti, la intenderemo come un'azione politica che si occupa della scienza accertandola per come si presenta, senza entrare nei suoi problemi e nelle sue incertezze. In tale accezione "politica della scienza" significa amministrare la scienza, curarne l'organizzazione istituzionale, sostenerla con investimenti pubblici e diffonderne i risultati. Se invece la scienza entra in quell'espressione come un soggetto capace di rivoluzionare il modo dì pensare tradizionale, di mettere in discussione perfino le forme di vita, di sovvertire gli assetti sociali ed economici, di rompere le antiche gerarchie geopolitiche tra i diversi continenti, avremo una scienza che interpella la politica sui fondamenti del vivere in società, la scuote dal suo affaccendarsi meramente amministrativo. Fare politica della scienza, quindi, vuoi dire svolgere un'azione politica all'altezza dei compiti e delle responsabilità posti dalla rivoluzione scientifica nelle società contemporanee.
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