La crisi del profeta. Frank Lloyd Wright
«Per un anno, lascio lo studio a sé stesso, e abbandono mia moglie e i bambini, in cerca di un’avventura spirituale». Così scriveva Frank Lloyd Wright nel settembre del 1909 all’amico e cliente Darwin D. Martin, comunicandogli la propria scelta di partire per l’Europa. Dietro la fuga si celava una profonda crisi personale e professionale che troverà una soluzione in Italia, nell’estate del 1910, con la sua decisione di tornare a casa, che così commenterà scrivendo da Fiesole al collega inglese Charles Robert Ashbee: «La battaglia è stata combattuta. Sto tornando a Oak Park per riprendere in mano il filo del mio lavoro e – in una certa misura – della mia vita, là dove l’ho reciso». Nella convinzione che il nucleo del pensiero di Wright sia fondamentalmente costante nel tempo, l’autore pone al centro del volume la crisi del 1909-1910 e, a partire da quel momento di svolta, offre una ricognizione retrospettiva sui caratteri originali dell’architetto americano, rifugiatosi in volontario esilio tra Firenze e Fiesole, luoghi allora particolarmente importanti per gli artisti.
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