A regola d'arte. Storia e geografia del campo letterario italiano (1902-1936)
Questo libro disegna il panorama letterario italiano di inizio ’900 come una storia di persone e delle loro traiettorie, ambizioni e creazioni. Protagonisti non sono solo scrittori canonizzati come Montale, Pirandello e Svevo, ma anche chi rimane spesso invisibile alla narrazione letteraria: editori e organizzatori culturali, traduttori e traduttrici, autori usciti dal canone come Bontempelli e Da Verona, Marinetti e Papini. Le loro relazioni danno vita a un intreccio di alleanze e conflitti che genera le regole dell’arte valide in un determinato periodo: cosa si deve e non si deve scrivere, se si vuole diventare un autore o un’autrice prestigiosi? Con quali criteri editori e critici valutano le opere letterarie? Quali generi sono praticabili, quali contenuti inaccettabili, quali forme accantonate come obsolete? Che cosa si importa dalle altre letterature, e perché? La battaglia sulle regole dell’arte dà forma a una geografia letteraria mobile, che fa perno sulle città – Firenze, Napoli, Roma, Milano, Torino e Parigi – che sono state luoghi di incrocio e snodo nelle traiettorie biografiche dei protagonisti del campo letterario italiano di inizio secolo.