La coscienza del re. Juan de santo Tomas, confessore di Filippo IV di Spagna
Il libro ricostruisce l'opera di Juan de santo Tomas, confessore di Filippo IV di Spagna tra il 1643 e il 1644, nel quadro della vita di corte e degli organismi di governo della monarchia durante i mesi successivi alla caduta in disgrazia del Conte-Duca di Olivares, per oltre venti anni favorito del sovrano e principale figura del governo. Viene affrontato, in particolare, il tema della confessione quale luogo di formazione della coscienza del fedele e della trasmissione del consiglio religioso e politico, sede di direzione spirituale e tribunale della coscienza, in un ambito del tutto particolare rappresentato dal rapporto tra un penitente, che è allo stesso tempo un fedele laico e il sovrano di uno Stato, e un ecclesiastico che è insieme un religioso e un consigliere i cui consigli avevano ricadute intrinsecamente politiche. I "peccati di stato" del re e i consigli del confessore nelle diverse circostanze vengono definiti attraverso i linguaggi della politica e della teologia. Il rapporto tra il re e il suo confessore ne emerge come essenziale, segnato, rispetto ad ogni altro, dal sigillo della confessione ricco di echi tra le voci della politica.
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