La comunicazione intersoggettiva fra solitudine e globalizzazione
Solitudini che si sfiorano senza riconoscersi, ciascuna chiusa nella propria corazza difensiva. Sullo sfondo, il contesto della globalizzazione, tanto familiare e ovvio da non essere percepito. Per uscire dalla trappola del contesto 'che non c'è' bisogna smascherare la 'chiacchiera' che veicola il pensiero unico, denunciare la banalità e la mistificazione di tanta, apparente trasparenza comunicativa. Tendendo verso simili obiettivi, è all'altro come soggetto, chiunque esso sia, che bisogna guardare: per riconoscerlo e per essere riconosciuti da lui, in una reciprocità di rispetto e dì solidarietà. E' nel rapporto fondato sulla condivisione che si deve sperimentare la disponibilità a decentrarsi dai propri schemi di riferimento e dalle proprie tonalità affettive, per inoltrarsi sul piano dell'empatia. Ed è all'interno di una responsabile e competente pratica educativa che si deve poter imparare a conoscere le proprie emozioni e i propri sentimenti e a esprimerli attraverso modalità di comunicazione in grado di prefigurare un terreno nuovo: non il proprio e nemmeno quello dell'altro, bensì quello che permette di incontrarsi e di attribuire senso all'incontro.
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