Le memorie della Repubblica
La crisi che negli anni Novanta ha investito il nostro sistema politico non è priva di stimoli per l'indagine storica. Se è vero che il presente getta luce sul passato (Marc Bloch), allora sono le origini stesse della nuova democrazia uscita dalla guerra e dal fascismo che devono essere oggi ripensate. In questo quadro il volume propone un riesame delle forme di autorappresentazione della Repubblica. I risultati della ricerca tendono a sottolineare come le codificazione della Resistenza in una narrativa centrale abbia spesso finito per ignorare esperienze tutt'altro che irrilevanti. Le "Fosse Ardeatine", da sempre pilastro del nostro credo repubblicano, continuano a riproporre l'esistenza di una memoria lacerata, secondo un modulo che è dato ritrovare in molti altri massacri compiuti dall'esercito nazista nel nostro paese. Il Mezzogiorno si caratterizza al contrario per una marcata tendenza alla rimozione degli eventi più tragici che segnarono in questo periodo la sua stessa storia. In Venezia Giulia una memoria locale, polarizzata tra i simbli contrapposti delle foibe e del campo di sterminio della Riviera di S. Sabba, rimane ai margini della memoria storica nazionale. Le memorie rimandano e si intrecciano con le tradizioni e i rituali della politica. Uno dei saggi contenuti nel volume ricostruisce l''invenzione' dell'Emilia rossa, come costruzione simbolica che varia nel tempo di significato e funzione. La stessa celebrazione del 25 aprile ha un andamento storico che merita di essere ripercorso. E che dire infine delle sorti dell'antifascismo, come forma del discorso politico della classe dirigente repubblicana?Il volume muove dalla convinzione che un ampliamento delle nostre memorie sia anche un ampliamnto della nostra democrazia.
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