Educare alla libertà
I saggi che compongono "Educare alla libertà" contrassegnano la produzione più recente di Lamberto Borghi. Il tessuto unitario che li collega è costituito dall'ideale di un'educazione libertaria che ha per figure emergenti Tolstoy, Kropotkin e Carl Rogers. I concetti della tolleranza e della libertà si apparentano strettamente a quelli della ricerca e del dubbio che motivano i riferimenti a pensatori dell'Umanesimo e del Rinascimento quali Erasmo da Rotterdam e Giordano Bruno. La traccia del loro pensiero viene perseguita fino ad epoca recente nella concezione sviluppata da John Dewey della libertà del pensiero come denotante l'indagine e l'attesa dubitativa mediante le quali "ogni pensatore mette in pericolo una qualche parte di un mondo apparentemente stabile", e nella posizione sviluppata da Marcuse nei riguardi della cultura assunta come "libera di comunicare la contraddizione, l'accusa e il rifiuto".L'indagine sulla cultura si unisce a quella del valore mercé il principio della cultura come 'insieme dei valori'. Tra questi campeggia nel libro quello dell'arte, che trova un posto di primaria importanza in alcuni dei pensatori illustrati, da Kropotkin a Dewey a Proust. L'idea deweyana che l'arte "si muove in una luce che non fu mai sulla terra e sul mare" attinge il suo coronamento in quella espressa da Proust circa un decennio avanti che "l'arte è ciò che vi ha di più reale, la più austera scuola della vita e il vero ultimo giudizio", attraverso la felicità "sopraterrestre" da essa dischiusa.E' in questa esperienza, portatrice di attimi di "eternità" anche se "fuggitiva", che l'essere umano non solo è in grado di "godere dell'essenza delle cose, vale a dire al di fuori del tempo", ma di vivere in quei momenti come un "essere extra-temporale".
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