Per una pedagogia delle emozioni
"L'impegno di genitori e insegnanti a stabilire con figli e allievi una comunicazione educativa tesa a promuovere e agevolare la loro crescita, in direzione di espansione e arricchimento esistenziali, si scontra spesso con i limiti derivanti da una sorta di ""analfabetismo emozionale"" che sembra emergere con particolare evidenza proprio nelle situazioni più complesse e con i cosiddetti soggetti-problema. In quei casi, il ricorso al repertorio del buon senso o agli statuti rassicuranti della ragionevolezza non basta a favorire la comprensione delle difficoltà che, anzi, si sedimentano all'interno della relazione come ostacolo ricorrente e minaccioso. Ma perché risulta tanto difficile, per ciascuno di noi, riconoscere le nostre emozioni e le informazioni implicite nei loro messaggi; esprimerle e renderle comunicabili; decifrare o comprendere quelle degli altri? Il tentativo di rispondere a questi interrogativi e a quello, preliminare, sulle funzioni e i significati delle emozioni nei processi di crescita e nel rapporto progettuale-costruttivo con la realtà, si svolge, nel volume, su diversi piani. Richiama risultati della ricerca bio-psicologica, propone ipotesi maturate dalle recenti teorie del cognitivismo, invita a rileggere un classico della letteratura e, soprattutto, presenta ""storie"", tratte dall'esperienza dell'Autrice in anni di conduzione di gruppi di formazione per genitori e insegnanti. L'obiettivo? La consapevolezza, nell'educatore, dei suoi processi cognitivi ed emozionali e la tensioni a coniugare l'impegno di una pedagogia delle emozioni con quello di una pedagogia della ragione."
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