Lo specchio e l'altro. Riflessioni pedagogiche sull'identità personale
Il problema dell''identità personale' pare essere inteso, a volte, come un tema astorico, quasi assoluto. Al contrario, parole come 'soggettività', 'io', 'sé', 'me' sono storiche, culturali, perfino ideologiche. La modernità, con il mito del progresso e la boria della ragione, ha fatto della 'individualità' il luogo privilegiato dell'identità personale, ha strutturato attraverso l'ideologia implicita nella psicologia dell'età evolutiva il concetto di "crescita" come 'progresso soggettivo' e realizza, nei percorsi scolastici intesi prevalentemente come "istruzione", un delirio di preveggenza e una sorta di palestra di aggressiva auto-affermazione sociale. Sulla fine della modernità il tema dell'identità personale può, anche pedagogicamente, riscoprire e rifondare il senso e l'immagine dell'uomo contemporaneo. Uomo non più inteso come 'soggettività-individualità' ma (fenomenologicamente) come 'intersoggettività-intenzionalità', non portatore di dominio e di certezze ma dotato dell'opportunità di svelarsi 'isopoieticamente' quale 'soggetto in farsi', parte cosciente del 'gioco perenne' del 'farsi del mondo', del disordinato, fragile, commovente intrecciarsi delle relazioni e dei rispecchiamenti all'interno dei quali è rintracciabile, per ciascuno, l'umile e più autentica immagine di se stesso.
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