Da Betlem al mondo. Giacinto Bianchi missionario e fondatore (1835-1914)

Da Betlem al mondo. Giacinto Bianchi missionario e fondatore (1835-1914)

Giacinto Bianchi ha vissuto il sacerdozio non come una meta raggiunta, un ministero da esercitare, ma come un costante punto di partenza per rinnovare ogni giorno l'annuncio del Vangelo facendosi tutto a tutti (cfr. 1Cor 9, 22) secondo i talenti ricevuti. Tra Otto e Novecento, quando il cattolicesimo italiano cominciava a provare l'aspra difficoltà del confronto con la cultura laica, Giacinto Bianchi ha scelto il modo più scomodo di essere prete, perché non si è risparmiato le fatiche e le umiliazioni infitte da quei tempi a chi senza compromessi testimoniava Cristo. Privo di qualunque sicurezza umana, sempre povero e spesso malato, l'unica sua forza era nella Parola di vita che annunciava. Il Signore ha bisogno di ognuno di noi e predilige i servi più umili per manifestare la sua salvezza a tutte le genti: "Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti" (1Cor 1,27). E il metodo missionario di don Giacinto ma anche il suo ritratto spirituale che è oggi esempio per tutti i cristiani.
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