Soggetti dell'analisi
"Tutta la vita, afferma Ogden, ci troviamo davanti al compito di spiegare a noi stessi come lavoriamo, o in che modo concepiamo ciò che facciamo nella stanza di consulatazione e quali sono le aspirazioni nel nostro lavoro. Quanto segue è parte di questo dialogo incessante e mai definito che conduco con me stesso." "Buona parte del mio lavoro come psicoanalista, aggiunge altrove, implica lo sforzo di trasformare l'esperienza di me stesso come soggetto non consapevole di se stesso in me stesso come oggetto d'indagine analitica." Ogden si offre, quindi, al lettore come "soggetto in dialogo" sempre in divenire, in dialogo con la tradizione e con quelle parti di sè che fanno esperienza, che "concepiscono" quanto accade nella "stanza di consultazione", nella "coesistenza inquieta di una molteplicità di epistemologie". Ogden riunisce e rielabora i contributi fondamentali di Freud, Klein e Winnicott per creare una visione del processo analitico molto originale, sorprendente per la sua freschezza, toccante nella sua profondità e completezza. Ma il lavoro di Ogden ha un significato più ampio, che va oltre la psicoanalisi e rappresenta una delle più potenti e poetiche interpretazioni delle forme e strutture della lotta dell'uomo alla fine del ventesimo secolo per il senso individuale e le relazioni interpersonali.
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