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Simone Weil, di cui ricorre quest'anno il centenario dalla nascita, ha rappresentato uno dei punti più alti della coscienza critica tra le due guerre per il rigore della sua analisi della storia e della cultura occidentale, e per l'acutezza di un pensiero applicato ad investigare le questioni cruciali di un'epoca che è ancora per l'essenziale la nostra. Il saggio di Giancarlo Gaeta e l'ampia scelta dei testi che l'accompagnano ripercorrono le tappe della sua vicenda esistenziale tra la militanza politica e l'impegno intellettuale a delineare le condizioni di una rinnovata vita sociale e spirituale sul fondamento di una originale visione religiosa. «Chiunque ha la sua attenzione e il suo amore rivolti di fatto verso la realtà estranea al mondo riconosce allo stesso tempo che è tenuto, nella vita pubblica e privata, all'unico e perenne obbligo di portare rimedio, nell'ordine delle sue responsabilità e nella misura del suo potere, a tutte le privazioni dell'anima e del corpo che sono suscettibili di distruggere o mutilare la vita terrestre di un essere umano, quale egli sia». (Simone Weil)