Nostalgia. Antropologia di un sentimento del presente

Nostalgia. Antropologia di un sentimento del presente

La nostalgia è il sentimento che, forse più di altri, ha accompagnato l'origine, lo sviluppo e l'affermazione del mondo moderno. Classificata come fissazione patologica o attitudine retrospettiva che frena ogni cambiamento, è stata liquidata in modo frettoloso per occultare l'insostenibile pesantezza del tempo presente. Tra pandemie e rischi climatici, dolore e speranza, la nostalgia ritorna ostinatamente a offrirsi come àncora di salvezza, strategia, risorsa, elemento creativo capace di misurarsi con il passato e di delineare possibili itinerari per il futuro. In modo paradossale essa si trasforma così da malattia legata al rapporto con i luoghi, desiderio di altrove e di tempi sconosciuti, in meravigliosa macchina del tempo che agisce come terapia della modernità criticandone i presupposti, le ingenuità e le menzogne. Capace di intercettare il pensiero apocalittico e quello utopico, di collocarsi dalla parte degli sconfitti e degli emarginati, la nostalgia mostra in questo modo anche un aspetto sovversivo che riconsidera potenzialità inespresse e vie mai percorse da un'umanità che non può più semplicemente sperare nelle proprie «magnifiche sorti e progressive».
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Recensione del libro fornita da lottavo.it

Di Geraldine Meyer

Un tempo medicalizzata e considerata patologia, la nostalgia veniva considerata tale proprio perché legata prevalentemente ai luoghi, vissuti, abbandonati oppure mai visti. Ma è proprio il suo traslare verso le latitudini temporali a farne una sorta di “terapia della modernità” non opponendovisi con un immobile anacronistico rifiuto ma, semmai, per metterne in luce le storture quando non, addirittura, le bugie...

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