Fellini-Satyricon. Tra memoria, racconti e rovine: un sottosuolo dell'anima
"Fellini-Satyricon" è un film che sfugge alle consuete categorie di classificazione. Questo volume, pertanto, frutto di un convegno tenuto in occasione del quarantesimo anno dalla sua uscita, lo interroga incrociando diverse prospettive d'indagine, nel tentativo di superare le spiegazioni di comodo offerte dal regista, per portarne alla luce il sostrato nascosto. Giocando sul paradosso espresso da Fellini di aver girato un "film di fantascienza", gli autori s'interrogano sul suo rapporto col passato, vissuto come possibilità di liberare la realtà dell'inconscio. Incrociando le parole del regista e le scene del film, storici della letteratura, comparatisti e antichisti riflettono sui significati della narrazione e sulla peculiarità dei suoi sviluppi formali. Mentre alcuni interventi hanno ridefinito il senso del film anche attraverso l'indagine delle reazioni suscitate alla sua uscita, altri percorrono la via interna all'opera costituita dalla poetica del dettaglio, suggerita obliquamente da Fellini stesso. Emerge così, a dispetto delle molteplici dichiarazioni del regista, un film profondamente intimo e vissuto, dall'intensa tonalità affettiva, espressa anche mediante lo spazio concesso alle dinamiche dell'inconscio, la cui operazione artistica consiste nella libera ricomposizione dei frammenti emersi dal sottosuolo dell'anima e della storia. Proprio da tale ricomposizione nasce la possibilità di raccontare, unica eventualità di eludere illusoriamente la morte.
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