Per il bene degli altri. Antropologia dell'aiuto umanitario
Un'etnologa va tra i volontari dell'assistenza umanitaria non per aiutarli a capire le popolazioni cui si dedicano, ma per studiare proprio loro, i volontari, vivendoci insieme. Ha lavorato per più di dieci anni in organizzazioni internazionali per l'aiuto umanitario e lo sviluppo: a New York e a Ginevra, ma anche in Asia centrale e nella Transcaucasia post-sovietica. Così ha descritto dall'interno come si concepiscono e si concretizzano le azioni per l'aiuto umanitario e lo sviluppo. La sua esperienza di terreno è servita a discutere e rinnovare le teorie e i metodi dell'antropologia dello sviluppo e dell'aiuto umanitario. Proprio perché frutto di una testimonianza interna e ravvicinata, questo libro getta nuova luce anche sulle rivoluzioni "spontanee", che hanno scosso le antiche province dell'Unione sovietica. Se è vero che questi movimenti hanno espresso il desiderio di democrazia dei popoli sottomessi, risulta evidente che hanno seguito un progetto di più antica data. Ai primi segni della fine dell'impero sovietico, le agenzie dell'aiuto umanitario e dello sviluppo hanno fortemente spinto per la creazione e poi il rafforzamento delle ong (Organizzazioni Non Governative), per un ampio raggio dell'azione sociale: istruzione, difesa della biodiversità, prevenzione contro l'aids... Prefazione all'edizione italiana di Jean-Pierre Dozon.
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