Pratiche di trasformazione dell'urbano
Tra i tratti più caratteristici della città che chiamiamo "contemporanea" c'è quello della sua irrappresentabilità. La difficoltà, cioè, a contenerla in un'unica narrazione in grado di restituirne l'intera complessità. La scomparsa della Grande Fabbrica fordista - il cardine della città moderna - ha prodotto un nuovo e inedito paesaggio urbano caratterizzato dai miti del consumo, mercato, tecnologia, flessibilità. In questo nuovo multiverso urbano le nuove generazioni hanno interiorizzato la convinzione che la disciplina urbanistica non possa più farsi carico o prendersi cura di un ambiente in grado di fronteggiare le sfide poste dalla nostra epoca. La loro attenzione si volge direttamente verso la scoperta di un mondo nuovo per il quale non esistono ancora né nomi né mappe. Il libro testimonia, tramite una serie di ricerche sul campo svolte da giovani studiosi, di questi tentativi di resistenza al conformismo disciplinare che vorrebbe le nostre città ridotte a vetrine commerciali, parchi giochi, giganteschi centri commerciali per individui sempre più decontestualizzati. Tentativi ancora incerti, talora ingenui ma rilevanti nel loro significato simbolico di rifondazione disciplinare.
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