La mafia allo specchio. La trasformazione mediatica del mafioso
La ricerca ha l'ambizione di cogliere nei media la rappresentazione sociale della mafia. Obiettivo difficile per due ragioni: la prima riferita all'oggetto di indagine, perché la mafia non si esprime, non si racconta in prima persona, esiste nella forza del suo mistero; la seconda perché una rappresentazione sociale si definisce nelle relazioni dell'individuo con la società che lo circonda. In particolare, lo scopo dell'indagine è stato quello di individuare il mutamento, a partire dal 2000, del modo di "raccontare" la mafia. L'idea poggia sul convincimento che la stampa, la televisione, la cinematografia, i giochi elettronici siano nel loro insieme strumenti capaci di fare e di riflettere l'opinione dove è possibile studiare la rappresentazione di ogni fenomeno, anche il più sfuggente e complesso, come questo. La ricerca ha messo in evidenza la trasformazione dei protagonisti dei fatti di mafia, dei valori e dei modelli di comportamento con cui si esprimono. Ne emerge un protagonismo pregno di ambivalenze : i nuovi "eroi" mafiosi sono infatti personaggi rappresentati sempre meno stigmatizzati e sempre più affascinanti. Seduttivi per il grande pubblico per essere al contempo efferati banditi e padri e mariti affettuosi. Esempio folgorante della società dell'ambiguità in cui viviamo.
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