La medicina delle emozioni e delle cognizioni
Oggi, biologia e neurologia forniscono il lessico per interpretare nuove condizioni umane che possono essere migliorate attraverso un intervento tecnologico. Oltre agli aspetti classici della medicalizzazione, legati alla "invenzione delle malattie" (disease mongering), emergono anche usi migliorativi della medicina. Il miglioramento umano è infatti un'azione medico-tecnologica svolta sulla normalità e non sulla patologia. In questo contesto, la onnipresenza culturale dei farmaci è consistente. I farmaci sono infatti utilizzati in modo crescente per modificare aspetti del nostro carattere (emozioni) e delle nostre possibilità di performance (cognizioni). Utilizziamo dei dispositivi artificiali per modificare la nostra natura. Il nostro bios, l'essenza biologica che ci contraddistingue, diviene manipolabile. La sociologia a riguardo può dire qualcosa. Questo nuovo ambito di studio non riduce la persona alla struttura e al funzionamento del cervello - come accade con la neuropsicologia (che come conseguenza espunge la psicologia dal suo approccio) - ma riflette su come le innovazioni biotecnologiche, che permettono la rimodulazione di cognizioni ed emozioni, trasformano le identità nella società comunicazionale di oggi. Una società sempre più "bionica".
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