Mente darwiniana e addiction. Evoluzionismo, neuroscienze e psicoterapia
Darwin è stato per davvero come "un filosofo della mente"? Assolutamente sì. Come afferma Cristina Meini nell'introduzione, per il paradigma darwiniano "la mente non è una tabula rasa, nemmeno alla nascita. Non è uno spazio vuoto da riempire con conoscenze interamente provenienti dall'ambiente esterno, come invece la psicologia e le scienze sociali avevano a lungo asserito. Al contrario la mente è ricca per natura; e la stessa natura, attraverso la selezione del linguaggio e dell'intelligenza sociale, ha dotato l'animale umano della particolare abilità di approfittare al meglio delle occasioni di conoscenza presenti nell'ambiente fisico e sociale in cui vive". Muta e si adatta rapidamente per affrontare le sfide poste dal suo ambiente biologico e relazionale. Con il paradigma evoluzionistico cosa cambia veramente per la psicologia? L'uomo torna ad essere un "prodotto" della natura. E una re-interpretazione naturalistica dell'origine della mente umana, della sue patologie, delle nostre pratiche cliniche. Queste si vanno ad intrecciare immancabilmente con le scoperte delle neuroscienze, della genetica e della teoria dei sistemi viventi. E uno sguardo nuovo sulla mente umana teso a superare antiche dispute.
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