Il mio nome è Venus Black
Un esordio graffiante come la sua giovane protagonista, una storia di resilienza, perdono e rinascita.«Un libro che si legge tutto d'un fiato» - Jamie Ford, autore de Il gusto proibito dello zenzero Ripercorro la mia vita all'indietro: se solo avessi potuto cambiare un dettaglio cruciale, non avrei mai visto quello che ho visto o fatto quello che ho fatto Everett, Stato di Washington, 1980. Venus Black è una brillante ragazzina di tredici anni che vuole diventare la prima donna americana ad andare nello spazio. Ha ottimi voti a scuola, capelli ricci e nerissimi e due grandi amori: l'astronomia e il suo fratellino autistico Leo. Una fredda sera di febbraio, la vita di Venus però viene sconvolta: la ragazza si macchia di un crimine gravissimo che segna per sempre il suo destino e quello della sua famiglia. Venus, in attesa di processo, viene rinchiusa in un carcere minorile, ma rifiuta di difendersi, di spiegare; si limita a gridare tutta la sua rabbia contro sua madre Inez. Nel frattempo, Leo sparisce nel nulla e Venus crede sia colpa sua, ma dalla prigione non può far niente per cercarlo. Sei anni dopo, la ragazza esce dal riformatorio di Echo Glen: l'adolescenza è ormai perduta, le restano soltanto i suoi inconfondibili capelli ricci, una valigia di vecchi vestiti, un'identità falsa e la determinazione di scappare dal suo passato. Senza più alcun contatto con la madre, né notizie del fratello, decide di ricominciare da zero a Seattle, sempre tenendosi ai margini, diffidente e solitaria. Tuttavia nuovi incontri sfiorano l'orbita di Venus, un'amicizia, e forse perfino un amore. Ma riaffiorano anche le antiche ferite, che, nonostante la forte volontà della ragazza di dimenticarle, rimangono ancora aperte. Venus non potrà mai trovare un futuro finché non farà i conti con il suo passato, con se stessa e con la verità che più la tormenta: che cosa ne è stato di Leo?
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