La piccola sarta di Kabul
Afghanistan, settembre 1996. Il sole illumina gli ultimi giorni di libertà degli abitanti di Kabul. Kamila attraversa i corridoi della scuola, quando coglie per caso i discorsi di due ragazze. Sussurrano parole tremanti, che feriscono come lame: i talebani sono alle porte della capitale. Ancora non sa che di lì a poco il terrore si impadronirà delle strade e che il nuovo regime negherà qualsiasi diritto alle donne. La dura realtà le farà ben presto aprire gli occhi, mostrandole la ferocia di una dittatura che impone il burqa, che appende agli angoli delle vie le mani mozzate ai ladri, che non risparmia la violenza nemmeno ai ragazzini. La città si trova catapultata in un nuovo Medioevo, in cui lo sguardo del regime sorveglia severo ogni luogo e le donne non possono lavorare né studiare. Il padre e un fratello di Kamila sono costretti a rifugiarsi al Nord e, come loro, molti pensano che la fuga sia l'unica soluzione. Ma non Kamila, che decide di rimanere con le sorelle e il fratello minore, si arma di coraggio e sceglie di non arrendersi: impara a cucire, confeziona abiti che poi vende di nascosto e crea una scuola clandestina di sartoria. Sa bene che, se fosse scoperta, la pena sarebbe terribile. Ma la sopravvivenza della sua famiglia dipende solo da lei. Determinata ed eroica, riuscirà a dare lavoro e speranza a oltre cento donne, correndo ogni giorno il rischio di essere arrestata e condannata. Una storia vera che racconta come la forza delle donne possa davvero cambiare il mondo.
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