Alberto Tomba. Prima e seconda manche

Alberto Tomba. Prima e seconda manche

E' la fregatura della popolarità. C'è chi si accontenta di un autografo, di una foto o di rivedere un filmato del campione all'infinito. E chi è convinto di conoscere l'eroe più a fondo dell'eroe stesso. Alberto Tomba ne sa qualcosa beniamino di una generazione che ha scoperto lo sci grazie a lui, è diventato uno dei volti più popolari dello sport e ha tracciato nella neve un solco indelebile che ogni inverno ricompare, perché nessuno ha saputo inciderne uno tanto profondo. Tomba è stato un personaggio esaltato, ma anche giudicato, criticato. Allora, dietro i titoli dei giornali e i flash dei fotografi, chi era e chi è, veramente, Alberto? A dieci anni dal ritiro dalle gare è lui stesso a raccontarlo, con impeto e personalità, forse perché le pagine bianche gli hanno ricordato la pista da divorare. Prima e seconda manche è l'autobiografia di un bolognese di collina che ha stupito il mondo e fatto la rivoluzione vincendo senza sacrificare tutto dei suoi anni più verdi. E l'atlante di una carriera ricca di imprese, dall'oro nello slalom dei Giochi di Calgary 1988, per il quale la Rai interruppe il sacro rito del Festival di Sanremo, a quello mondiale di Sierra Nevada 1996, acciuffato indossando un paraschiena acquistato al volo da un motociclista. E un ritratto di Alberto lontano dalle piste, disegnato anche dalle parole di amici, avversari, giornalisti. Tra cadute e rimonte. Peché c'è sempre una seconda manche.
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