Ogni giorno qualcosa comincia
È notte. Nascosto fra le tombe di un cimitero, un ragazzino tremante sfoga la sua angoscia per l'atto terribile che ha appena commesso. Invisibile, una donna lo ascolta. Siamo in Polonia nel 1906, e il piccolo ebreo Itzik Leiber è stato l'involontaria causa di un omicidio. Solo la fuga, favorita dalla sua provvidenziale ascoltatrice, gli evita di assistere alla feroce reazione della comunità al suo gesto. Ottantasei anni dopo, un azzimato professore del Massachusetts sbarca all'Università di Varsavia per tenere una conferenza. Ma ben presto oscure sirene lo attirano verso il villaggio di Zokof, e al suo camposanto ridotto a un'unica sepoltura. Lì qualcuno lo aspetta ancora, da quel fatidico 1906... È qui che il razionale, agnostico Nathan Linden, nato Leiber, è condotto a forza a prendere coscienza delle proprie origini. Con l'aiuto del sopravvissuto Rafael Bergson, toccherà con mano la sua vera storia, la storia di un popolo segnato dalle persecuzioni e dall'odio, ma anche da tradizioni ancestrali e dalla fede nell'ultraterreno. Secondo il vecchio, infatti, in quella notte lontana le lacrime di Itzik hanno richiamato accanto a lui uno spirito senza pace, cui le violenze successive hanno impedito il riposo. Uno, spirito che ora vaga libero sulla terra, e che solo la figlia di Nathan, Ellen, sarà in grado di rasserenare... In equilibrio tra realtà e soprannaturale, un romanzo sulla riscoperta delle radici raccontato con straordinaria forza e fantasia.
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