L'ultima notte dell'Andrea Doria
Nella notte del 25 luglio 1956, il lussuoso transatlantico "Andrea Doria" si sta avvicinando alla sua meta finale, New York. Tra i passeggeri ci sono alcune celebrità, ma anche molte persone che hanno faticosamente scelto di emigrare nel Nuovo Mondo. Tutti sentono l'eccitazione dell'arrivo, quando la Statua della libertà scivolerà accanto alla nave. Qualcuno festeggia nei saloni comuni, altri si trovano nelle cabine per chiudere le valigie o dormire. All'improvviso, dalla spessa coltre di nebbia sbuca come un fantasma la rompighiaccio "Stockholm" e con la sua prua rinforzata squarcia il fianco della nave italiana, condannandola a un inesorabile naufragio. A bordo, dopo lo stupore iniziale, si scatena il panico. Genitori, figli e amici si chiamano correndo nel buio, quasi nessuno indossa i giubbotti di salvataggio. Eppure, quella che sembra una nuova tragedia del Titanic si trasformerà nella più imponente operazione di salvataggio marittimo della storia. Fra l'organizzazione dell'equipaggio, la generosità delle navi accorse in aiuto e il coraggio eccezionale della gente comune, quasi tutti scampano alla morte. Poi, però, anziché salutare il comandante Calamai come un eroe, sul caso Doria cala il silenzio. Troppi gli interessi sotto la sciagura, forse anche troppi i pregiudizi verso gli italiani. Finché, cinquant'anni dopo quella notte, una sopravvissuta raccoglie le testimonianze degli altri superstiti, i documenti ufficiali, i pareri di autorevoli esperti navali e i racconti dei sub per ricostruire l'intera vicenda. E riportare a galla tutta la verità.
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