Storia di una passione politica
Tina è una studentessa di diciassette anni quando, il 26 settembre 1944, assiste all'impiccagione di un gruppo di giovani partigiani nella piazza di Bassano del Grappa. Una scena terribile, che suscita in lei una risposta immediata: non si può restare spettatori della violenza dei nazifascisti senza tradire i valori della libertà e della pace. Non a caso il suo racconto autobiografico, elaborato a partire da una lunga intervista fatta da Anna Vinci, prende le mosse proprio dall'esperienza di staffetta partigiana, che si rivelerà una preziosa fonte di insegnamenti: quella, infatti, e il successivo impegno a sostegno delle operaie delle filande, la porteranno a maturare l'interesse per l'attività politica, in particolare per le questioni femminili e sociali. Il periodo del dopoguerra è un tempo ricco di fermenti durante il quale Tina Anselmi partecipa alla ricostruzione delle istituzioni e del sindacato, assistendo al confronto fra personaggi quali Dossetti, De Gasperi, Togliatti, Pertini, Di Vittorio e Pastore. Seguono importanti eventi della vita politica italiana vissuti da deputata - e poi ministro - e autorevole esponente della Democrazia Cristiana: la battaglia per la legge sul divorzio, l'assassinio di Moro, gli attacchi della P2 di Licio Gelli alla democrazia. Nel libro la parlamentare veneta ripercorre questi momenti riflettendo sugli ideali che hanno sostenuto per lunghi anni il suo impegno, sul ruolo dei cattolici e la necessità di rispettare la laicità dello Stato, sulla bellezza di una politica al servizio dell'uomo, basata sul confronto delle idee e non sugli schieramenti, che persegue il bene comune e non l'interesse privato. Una testimonianza che è un invito a ricreare, per il futuro, le basi di un lavoro politico autenticamente democratico.