Capitalismi

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"Questo libro non ha pretese accademiche. L'esigenza di scriverlo parte dalla convinzione che la socialdemocrazia attraversi una fase di crisi politica che ha origine da un'insufficienza culturale dimostratasi profonda. Dopo il 1989 e il crollo del comunismo si creò la convinzione, e non solo nella socialdemocrazia, che il capitalismo fosse l'unico sistema capace di gestire l'economia in modo efficiente. Ora si tratta di verificare se nel capitalismo contemporaneo si realizza, e in quale misura, uno sviluppo delle forze produttive che possa assicurare un progresso dell'uguaglianza nelle società ricche e un miglioramento del livello di vita nel mondo intero. L'esame dei punti salienti della storia economica dei paesi presi in esame serve a dare una certa base all'individuazione dei caratteri nuovi del capitalismo. Così l'attenzione si è concentrata sul punto più alto del capitalismo, gli Stati Uniti e poi la vecchia Europa, i paesi dell'Est asiatico dove il carattere del capitalismo comincia a cambiare, fino a trovare una porta chiusa in Cina. Val la pena di esaminare, per le implicazioni che ne derivano, i tentativi di trasformazione di economie collettiviste come la Russia e la Cina, esame decisivo per una valutazione dell'ipotesi corrente del valore universale del capitalismo come metodo di gestione dell'economia." (Napoleone Colajanni)
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