Contro il codice da Vinci
Più che nelle clamorose ma circoscritte inesattezze (storiche, geografiche, artistiche...) il pericolo di un best-seller su scala mondiale come "Il Codice da Vinci" di Dan Brown è il fatto che, surretiziamente, proprugni con argomentazioni fasulle i contenuti di uno gnosticismo moderno, edonista e amorale. Almeno, questa è la tesi di José Ullate Fabo, esponente della cultura cattolica, che esamina il romanzo mettendone in risalto prima di tutto i trentasette errori grossolani per poi passare, nella seconda e nella terza parte, all'analisi più strettamente ideologica. Gli argomenti di Dan Brown - dalla totale umanità di Gesù alla sua unione carnale con la Maddalena; dalla negazione che il vangelo abbia provenienza divina a un originario culto della dea madre soffocato da un gigantesco complotto della Chiesa cattolica - accendono nell'autore un'appassionata difesa della Rivelazione, capace di rispondere a molte delle domande che il romanzo ha lasciato nella mente dei lettori
Momentaneamente non ordinabile