Telekom Serbia. L'affare di cui nessuno sapeva. Un caso politico, mediatico e giudiziario
Nel giugno 1997 Stet-Telecom Italia, controllata dal ministero del Tesoro, compra dal governo di Milosevic il 29% della società telefonica nazionale, pagandolo, allora, l'equivalente di 878 miliardi di lire. Alla fine del dicembre 2002 il pacchetto viene rivenduto a Belgrado per meno della metà, da pagare in comode rate. Un pessimo investimento, evidentemente, ma prima ancora un contratto anomalo che tuttavia, per oltre tre anni, non attira l'attenzione di politica, stampa, o magistratura, nemmeno nel periodo in cui il dittatore serbo attacca gli albanesi del Kosovo e le forze militari della Nato intervengono per fermare il genocidio. Ma nel febbraio 2001 un'inchiesta giornalistica chiama in causa i responsabili dell'azienda e gli uomini di governo, e lo sfortunato affare diventa un 'affaire' politico a proposito del quale si accumulano gli interrogativi: perché un'acquisizione di quel valore non è stata discussa in consiglio di amministrazione? Come mai il beneficiario del pagamento è diverso dall'intestatario del contratto? È possibile che il nostro governo fosse all'oscuro dell'operazione? Perché furono ignorate le relazioni sui rischi legati all'investimento a causa delle forti tensioni etnico-sociali nei paesi della ex Jugoslavia? Le successive, clamorose rivelazioni di Igor Marini, le accuse a Prodi, Fassino e Dini di avere intascato cospicue tangenti, la pioggia di denunce reciproche fra i personaggi coinvolti nelle indagini, le false piste e le contraddizioni in cui si incagliano i giudici e la commissione parlamentare d'inchiesta, i fantasmi di presunti burattinai e l'ombra dei depistaggi trasformano il caso Telekom Serbia in un giallo politico-finanziario intriso di veleni. Francesco Bonazzi, che ha seguito la vicenda fin dall'inizio, ne ha ripercorso le tappe, spiegando i tanti punti oscuri, illustrando il ruolo dei personaggi più o meno noti, cercando i collegamenti fra gli aspetti finanziari, politici e giudiziari. E, con una ricostruzione puntuale e incisiva, indica le responsabilità economiche e istituzionali di questa storia intricata.
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