La spia e il presidente
Il 'Kharpov' era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. E che goccia: una immane catastrofe, il più grande sommergibile nucleare sprofondato nel mare di Barents con i suoi centodiciotto uomini... Vladimir Sablin, il successore di Eltsin, è deciso a sbarazzarsi di una situazione intollerabile: la Russia è ormai ostaggio di un'oligarchia corrotta e senza scrupoli, che pretende di controllare le istituzioni e, grazie all'alleanza delle strapotenti cosche mafiose, vuole imporre le turpi regole del profitto del nuovo ordine mondiale, scatenando attentati e finanziando guerre locali. Certe offensive però non si combattono in Parlamento, a poco servono leggi e alleanze politiche, ma un Presidente che ha militato nel KGB sa come affrontare i nemici con le loro stesse armi. La soluzione è il Servizio, la potentissima organizzazione mercenaria di intelligence, disposta a togliere le patate bollenti dal fuoco ai governi di tutto il mondo. Sempre, beninteso, che paghino profumatamente. Stuart, il capo del Servizio, e Ogden, il suo braccio destro, accettano l'incarico, consapevoli di tuffarsi in un intrigo internazionale di enorme portata che, in un incalzare di colpi di scena, li porterà a Mosca, Parigi e New York e che getterà una luce inquietante anche su certe poltrone europee... L'11 settembre chiude il romanzo: la televisione trasmette un orribile attentato a Manhattan e il telefono comincia a squillare: non c'è pace per una spia... Con questo nuovo romanzo di spionaggio che vede ancora protagonista l'agente Ogden, Liaty Pisani dipana con grande maestria un'altra delle sue trame perfette, nelle quali si fondono in modo inconsueto scenari di politica internazionale e risvolti psicologici, azione ed emozioni, sul filo di una scrittura tersa, nettissima e per molti versi spietata.
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