Cermis. Il prezzo di una tragedia
3 febbraio 1998: in Val di Fiemme, una cabina della funivia del Cermis precipita nel vuoto, causando la morte di venti persone: venti turisti italiani, tedeschi, belgi, olandesi, austriaci e polacchi che tornano dalle piste da sci dopo una lunga mattinata trascorsa sulla neve. Ma non si tratta di uno dei "tragici incidenti" della montagna. Un jet militare americano, partito dalla base Nato di Aviano, volando a bassa quota nella valle, ha tranciato di netto il cavo portante. Fin dai primi atti dell'inchiesta si prospetta un caso internazionale che coinvolge gli Stati Uniti, sei nazioni europee e le forze militari dei paesi del Patto atlantico. Una questione delicata, che scatena le reazioni indignate di opinionisti e gente comune e solleva ogni sorta di polemiche circa la sparizione delle prove, la mancata collaborazione degli americani, la sovranità dei paesi che ospitano basi Nato e, non ultima, la scandalosa assoluzione del pilota che con le sue pericolose esibizioni e i suoi "giochi di guerra" aveva causato la sciagura. Per i due giovani avvocati che rappresentano i parenti delle vittime italiane non è facile scegliere una strategia per ottenere un indennizzo senza rinunciare ad accertare le responsabilità: bisogna coordinarsi con le iniziative dei legali stranieri, seguire le indagini dei magistrati, tenere viva l'attenzione della stampa, imparare a muoversi fra le autorità di governo e le istituzioni, evitare le trappole delle strumentalizzazioni politiche... Questo libro, corredato di un inserto illustrato, è il diario di una singolare esperienza professionale e umana, l'efficace e avvincente ricostruzione di una battaglia legale durata due anni che si è conclusa con un risultato straordinario sul piano giuridico. Una drammatica storia nella quale, diversamente da molte altre tragedie italiane, i colpevoli sono costretti a riconoscere le loro responsabilità e le vittime vedono riconosciuto il loro diritto ad avere giustizia.
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